Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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In Toscana e in Sicilia

245751
Giselda Fojanesi Rapisardi 18 occorrenze
  • 1914
  • Cav. Niccolò Giannotta, Editore
  • Catania
  • Verismo
  • UNICT
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In Toscana e in Sicilia

e Berenice si danno la mano.... "E forse, quando non si rammenterà più neppure il titolo di certi famosi romanzi dalle cento edizioni, si rileggeranno

In Toscana e in Sicilia

- Guarda l'Assuntina come si spiccia, come fa trillare il fuso! Già, chi fa per sè, fa per tre, dice il proverbio. E.... a quando le nozze? - domandò

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, fiancheggiati di olmi, non finissero mai, e come invidiava le allegre brigate di svinatori che incontrava! Finalmente, quando Dio volle, arrivarono a casa

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In Toscana e in Sicilia

Quando alla massaia Santa ebbero portata via la sua creatura, morta di difterite in ventiquattr'ore, fu una vera tragedia; non c'era verso di

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padroni e poteva vedere e toccare tante meraviglie. Alla fine, quando diventò grande, venne anche a lei il desiderio di tutte quelle cose nuove ed

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casa per nuora la citta di nessuno, alludendo all'esser la Virginia degli Innocenti. Ma quando seppe che il capoccia Tonio e la massaia Santa, oltre ai

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commossa, così maravigliata che a stento poteva parlare. E quando l'Assuntina, che le faceva da Cicerone, chiacchierando e gestendo con tanta enfasi

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vedesse per la prima volta, col viso impietrito, gli occhi fissi, senza una parola affettuosa. Quando poi rivide Cencio non potè nascondere un movimento di

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In Toscana e in Sicilia

prima; nessuno le aveva mai dato un bacio, detta una parola affettuosa. Cosicchè, quando vedeva i piccini in collo alle madri, baciati, accarezzati

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riconosceva più: era divenuto giallo giallo, col ventre gonfio, che faceva pietà a vederlo, quando si trascinava al sole per riscaldarsi. Finalmente, allorchè

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Quando Cencio tornò in paese, passando davanti alla casa della Gegia, ebbe come uno stordimento. Sognava o era desto? Dinanzi all'uscio della misera

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dei fratelli e del padre, quando s'erano accorti del suo stato, mentre prima avevano chiuso un occhio e lasciato correre... E anche ora, chissà come la

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, quando le andò a misurare il vestito di seta per lo sposalizio, la trovò nel cortile che riempiva i materassi, cogli occhi gonfi, gonfi che appena la

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- Passa l'Annaccia! passa l'Annaccia! Era il grido pauroso che si sentiva di quando in quando a traverso la campagna, ripetuto da una casa all'altra

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, quando lui fosse tornato dalla Maremma (se non ci lasciava le ossa), dove andava ogni anno a svernare. Prima bensì avevano stabilito di andare

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ricci, che metteva in due panieri differenti e vuotava in ricciaia quando erano pieni. La sera, finito il lavoro, si riunivano tutti nel seccatoio

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delle sue ingenue esclamazioni di stupore. Quando la lasciai, mi domandò scusa d'avermi parlato con troppa confidenza, e lo fece con tanto garbo che

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nè in letto, nè in casa. - Tutto un mucchio di storie da perderci la testa! - Per altro, quando erano andati a toccar l'inferma nel suo letto

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